Gli SDGs (Sustainable Development Goals) sono i 17 obiettivi che troviamo all’interno dell’Agenda2030 – un programma d’azione sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Per facilitare il raggiungimento dei 17 marco obiettivi, l’Agenda ha previsto un programma di azione che mira a raggiungere 169 target, o traguardi.
Hanno preceduto l’ Agenda2030 gli Obiettivi del Millennio (Millennium Development Goals) che hanno permesso di fare passi avanti in termini di benessere per le persone e per il pianeta.
L’Agenda 2030 costituisce un’ urgente chiamata all’azione da parte dei Paesi di tutto il mondo in una partnership globale che si propone di lavorare per la riduzione della povertà, migliorare la qualità della salute e dell’ educazione, garantire uguaglianza e crescita economica e preservare il pianeta e i suoi ecosistemi. Nonostante l’agenda sia un programma rivolto agli Stati, anche le singole imprese possono riferirsi ad essi come guida e condividerne gli obiettivi, come? Nel corso delle prossime settimane, approfondiremo tutti gli SDGs e il loro collegamento con il settore del turismo per sottolineare come le imprese turistiche possono allinearsi agli obiettivi ONU e comunicare le loro iniziative ed i loro impegni riferendosi all’Agenda2030.
SDG 1 – NO POVERTY
Azzerare la povertà è il primo degli obiettivi dell’Agenda, ciò sottolinea l’importanza di questo traguardo e la differenza che potrebbe fare il suo raggiungimento per lo sviluppo globale. Gli studi ONU affermano che se non si interviene sulla situazione attuale, la povertà continuerà ad aumentare e le persone a vivere in estrema povertà, cioè a sostenersi con meno di 2,15 $ al giorno, saranno 575 milioni entro il 2030. Prima della pandemia il tasso della povertà mondiale era diminuito, tuttavia dopo il Covid- 19 il trend si è invertito azzerando i progressi fatti.
La povertà è generata da molti fattori, tra i principali da scarse possibilità lavorative, esclusione sociale e vulnerabilità ai disastri naturali e malattie. L’aumento delle disuguaglianze deteriora la crescita economica a livello globale e minaccia la coesione collettiva con il conseguente aumento delle tensioni sociali, politiche e delle occasioni di conflitto. La penuria, dunque, non deve essere ridotta solamente alla mancanza di denaro, bensì è anche povero colui o colei il quale o la quale non ha accesso a cibo, educazione, sanità, ad una casa, inclusione politica, libertà di scelta, sicurezza e dignità.
I Target dell’Agenda 2030 per il Goal #1
Tra i target che l’Agenda 2030 si è prefissata troviamo
Entro il 2030:
- Eliminare la povertà estrema per tutte le persone in tutto il mondo
- Applicare a livello nazionale sistemi e misure di protezione sociale per tutti
- Assicurare che tutti gli uomini e le donne, in particolare i poveri e i vulnerabili, abbiano uguali diritti riguardo alle risorse economiche, l’accesso ai servizi di base, la proprietà e il controllo sulla terra e altre forme di proprietà
- Costruire la resilienza dei poveri e di quelli in situazioni vulnerabili e ridurre la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi estremi legati al clima e ad altri shock e disastri economici, sociali e ambientali
- Creare solidi quadri di riferimento politici a livello nazionale, regionale e internazionale, basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri e attenti alla parità di genere, per sostenere investimenti accelerati nelle azioni di lotta alla povertà
Fonte: ASVIS
Come può il turismo contribuire alla diminuzione della povertà?
Il turismo, con il suo potenziale di generare crescita economica e creare posti di lavoro, può diventare un potente alleato in questa battaglia. Basti pensare che ogni anno milioni di viaggiatori esplorano il mondo, offrendo un’opportunità unica per le comunità locali di uscire dalla povertà e valorizzare il proprio patrimonio culturale e naturale. Il turismo sostenibile, oltre a creare posti di lavoro, può contribuire alla riduzione della miseria valorizzando le risorse locali, promuovendo l’artigianato e i prodotti tipici, e favorendo lo scambio culturale. In questo modo, si crea un circolo virtuoso in cui le comunità locali beneficiano direttamente dello sviluppo turistico e sono incentivate a preservare il proprio patrimonio.
Le aziende e destinazioni turistiche possono agire su questo Goal specifico, in che modo?
Che si tratti di un intero territorio o di una singola impresa, sono tante le azioni che si possono mettere in campo, tra cui:
- Combattere la discriminazione ed offrire posti di lavoro a persone meno favorite (soprattutto giovani e donne ma anche anziani)
- Fornire contratti di lavoro regolari e programmi di welfare che incrementino il benessere delle persone in generale
- Dare supporto alle famiglie con misure di protezione sociale e garantendo l’ accesso ai servizi di base
- Tutelare le persone dagli eventi estremi legati al clima, alla società o all’economia
- Garantire la sicurezza personale e sui luoghi di lavoro
- Incoraggiare la formazione e l’apprendimento lungo tutta la vita
- Basare le politiche di sviluppo a favore dei meno abbienti e della parità di genere.
SDG 2 – ZERO FAME
Il secondo Goal delle Nazioni Unite riguarda la lotta per contrastare la fame nel mondo e si prefigge di ridurla significativamente entro il 2030.
Dal 2015 la scarsità di cibo si è esacerbata anche a causa di fenomeni quali la pandemia di Covid- 19, il cambiamento climatico, guerre e conflitti, ma anche a causa dell’innalzarsi del costo della vita e delle disuguaglianze.
Nel 2022, quasi 735 milioni di persone (il 9,2% della popolazione mondiale) si trovavano in una condizione di carestia e a livello globale si è regrediti ai livelli di fame del 2005, con la differenza che i prezzi del cibo sano e nutriente stanno continuando a crescere in molti paesi europei ed extra europei.
Ridurre la fame non vuol dire semplicemente saziare le persone, ma anche contribuire allo sviluppo sostenibile. La fame infatti rende gli esseri umani deboli, più inclini a contrarre malattie e meno capaci di lavorare e migliorare le loro condizioni di vita. Dunque estirpare la povertà (Goal #1) passa anche dall’estirpare la fame (Goal #2), impattando positivamente l’economia, la salute, l’educazione, l’uguaglianza e lo sviluppo sociale. Si può dire quindi che il raggiungimento di questo goal è alla base di tutti gli altri.
I Target dell’Agenda 2030 per il Goal #2
Entro il 3020, l’Agenda Onu si è prefissata di:
- Eliminare la fame e assicurare a tutte le persone in situazioni vulnerabili l’accesso a un’alimentazione sicura, nutriente e sufficiente per tutto l’anno
- Eliminare tutte le forme di malnutrizione
- Raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di alimenti su piccola scala
- Garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e applicare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione
- Assicurare la diversità genetica di semi
- Aumentare gli investimenti in infrastrutture rurali, servizi di ricerca e di divulgazione agricola
- Prevenire restrizioni commerciali e distorsioni nei mercati agricoli mondiali
- Adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime alimentari al fine di contribuire a limitare l’estrema volatilità dei prezzi alimentari
Fonte: ASVIS
Quanto cibo viene sprecato nel settore del turismo?
Partiamo da un dato rivelato da studio inglese: il 18% del cibo che annualmente viene sprecato è generato nel settore turistico. Come mai così tanto spreco all’interno di uno dei settori che (apparentemente) non contribuisce alla catena del valore del cibo?
Il cibo è un elemento centrale del settore turistico. Da un lato, sia che esso costituisca la motivazione principale del viaggio (come nel turismo enogastronomico) o no, il turista è sempre alla ricerca di esperienze gastronomiche. Dall’altro lato, per gli albergatori la proporzione di spesa per il F&B (food and beverage) è spesso tra le prime voci del bilancio.
Una precisazione è necessaria, le vivande che vengono scartate non provengono solo dalle cucine di hotel e ristoranti bensì da tutta la catena di produzione: dalla coltivazione, dal processo di trasformazione, nel corso della preparazione e dai consumatori finali che lo lasciano nel piatto. Considerando il lungo processo che porta gli alimenti che mangiamo nel nostro piatto comprendiamo che la produzione di cibo richiede l’utilizzo di un’ ingente quantità di risorse (acqua, energia, terreni, fertilizzanti) e se non viene mangiato tutte quelle risorse risultano sprecate.
Che cosa possono fare gli hotel per ridurre i propri sprechi alimentari?
Diminuire gli sprechi lungo tutta la catena di fornitura è sicuramente fondamentale, ma concentrandoci su ciò che riguarda le strutture ricettive possiamo affermare che avviare progettualità per ridurre il più possibile gli sprechi alimenti diventa, non solo una scelta etica, ma anche una scelta strategica per l’efficientamento delle risorse.
Inoltre, la riduzione monitorata degli sprechi alimentari può essere oggetto di rendicontazioni annuali da inserire all’interno di report ESG in quanto il cibo non sprecato evita di emettere molte tonnellate di CO2 nell’ambiente.
A conclusione, alcuni consigli per ridurre gli sprechi alimentari all’interno di una struttura ricettiva:
- scegliere fornitori locali
- pianificare il menù
- sensibilizzare gli ospiti e i dipendenti in modo coinvolgente
- utilizzare gli scarti della preparazione per creare altri piatti
- monitorare gli sprechi.
SDG 3 – SALUTE E BENESSERE
Il terzo obiettivo dell’Agenda 2030,#GOAL3, si concentra sulla salute e benessere delle persone. Negli ultimi anni le condizioni di salute, a livello globale, sono nettamente migliorate, la mortalità infantile è stata notevolmente ridotta, sono stati sviluppati nuovi trattamenti efficaci contro l’HIV e contro alcune delle malattie tropicali più letali. Nonostante ciò, esistono ancora molte disuguaglianze a livello globale nel garantire un supporto sanitario a tutti i cittadini. Inoltre, la pandemia da Covid- 19 e i numerosi conflitti armati in corso hanno, ostacolato i progressi raggiunti negli ultimi anni causando il più grande calo di vaccinazioni infantili degli ultimi tre decenni e l’ innalzamento dei decessi per tubercolosi rispetto ai livelli pre-pandemici.
I Paesi firmatari dell’Agenda, nell’ambito del Goal 3, agiscono per ridurre le epidemie di malattie facilmente trasmissibili e per raggiungere una copertura sanitaria universale attraverso farmaci e vaccini sicuri ed economici per tutti. Gli stessi Paesi si impegnano ad aumentare gli investimenti per i sistemi sanitari per fornire le infrastrutture, le tecnologie e le competenze necessarie a garantire apparati sanitari capillari e di eccellenza. Una popolazione sana è il fondamento per un’economia sana e prosperosa, per questo garantire la salute e benessere delle persone rimane una priorità all’interno dell’Agenda.
I target dell’Agenda 2030 per il Goal #3
I target dell’Agenda 2030 per questo obiettivo comprendono:
- Ridurre il tasso di mortalità materna globale
- Mettere fine alle morti evitabili di neonati e bambini sotto i 5 anni
- Porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate
- Rafforzare la prevenzione di abuso di sostanze, tra cui stupefacenti e alcol
- Sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili
Fonte: ASVIS
Come può il turismo contribuire al #Goal3?
Le imprese turistiche, pur non operando direttamente nel settore sanitario, rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere la salute e il benessere, contribuendo in modo significativo al raggiungimento del Goal 3 dell’Agenda 2030. Anche in Europa, dove i sistemi sanitari sono solidi, è cruciale prendersi cura della salute di tutti, residenti, dipendenti e turisti.
Le imprese turistiche possono attivarsi a diversi livelli:
- A livello aziendale: promuovendo stili di vita sani tra dipendenti e ospiti, attraverso la diffusione di informazioni corrette sulla prevenzione, la sicurezza e il benessere. Si possono organizzare attività sportive, offrire opzioni alimentari salutari e creare ambienti di lavoro e soggiorno che favoriscano il relax e la rigenerazione.
- A livello di destinazione: sostenendo iniziative locali volte a migliorare la salute pubblica. Le entrate generate dal turismo possono essere reinvestite in servizi sanitari, campagne di sensibilizzazione sull’alimentazione sana, prevenzione delle malattie (incluse quelle sessualmente trasmissibili), promozione di attività fisiche e benessere psicologico (come mindfulness e yoga).